Indulgenza plenaria della Mamma Nostra

Indulgenza plenaria della Mamma Nostra

Nella chiesa di sant’Antonio di Padova si custodisce la devozione alla Madonna, venerata sotto il titolo di “Mamma nostra”. Il culto fu propagato dai Padri Minori: nel Convento, infatti, soggiornarono e insegnarono diversi religiosi destinati all’ordine episcopale, come padre Alessandro Cantoli da Crecchio, divenuto vescovo di Bovine nel 1871 e padre Geremia Cosenza da Roccascalegna, divenuto vescovo di Foggia nel 1872. Quest’ultimo fu il propagatore del culto della Mamma nostra. Nell’anno mariano del 1954, il quadro della Mamma nostra visitò tutte le contrade e le chiese della città e si creò un grande movimento di popolo e di rinnovata devozione.

Il quadro originale della Madonna, che si venerava a Francavilla, fu furtivamente sottratto tra il 3 e il 13 dicembre 1976, pochi giorni dopo che l’arcivescovo di Chieti, mons. Vincenzo Fagiolo, venne in visita alla chiesa del Convento accompagnato dall’allora arciprete mons. Aristide Sabellico. In seguito all’accaduto, il priore della Confraternita del ss.mo Sacramento, Giuseppe Iacone, visitò la curia vescovile di Foggia e vi fotografò un’immagine della Mamma nostra di Francavilla, che il vescovo Geremia Cosenza aveva provveduto a far dipingere; lo stesso Iacone fece più copie ingrandite di quella fotografia e oggi ogni parrocchia di Francavilla ne custodisce una.

Particolare devozione verso la Mamma nostra era nutrita dalla contrada Foro di Francavilla, che ogni 12 maggio organizzava un pellegrinaggio a piedi dal Foro alla chiesa del Convento, con donativi e carri addobbati.

Nell’anno 2011, dopo trent’anni di chiusura per i lavori di restauro, la chiesa fu riaperta al culto.

Decreto della Penitenzieria Apostolica

Vademecum per lucrare l'Indulgenza

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