Il Tesoro di San Franco

Ostensorio dell'Assunta, opera di Nicola da Guardiagrele (1413)

Nicola di Andrea nasce a Guardiagrele presumibilmente tra il 1385 e il 1389. Dell’artista conosciamo pochissime notizie biografiche. Quelle certe sono desunte dalle firme sulle opere da lui realizzate.

Sappiamo che ricoprì la carica di sindaco di Guardiagrele e nel 1414, durante un’adunanza di rappresentanti di libere città (nel 1406 Guardiagrele era stata affrancata dalla sottomissione feudale al regno di Napoli e divenne università demaniale grazia anche alla florida condizione economica) tenuta a Chieti, giurò fedeltà alla regina Giovanna II, erede al trono dopo la morte del fratello Ladislao di Durazzo.

Le ulteriori notizie riguardano la sua notevole produzione artistica. A partire dall’Ostensorio francavillese, fino alle Croci processionali o d’altare (quella di San Giovanni in Laterano), le sculture e il dipinto esposto alla galleria degli Uffizi.

La prima opera certa, firmata e datata da Nicola da Guardiagrele, è il “tabernaculum” di Francavilla al Mare. Sul nodo al centro, infatti, vi si legge la seguente iscrizione in minuscola gotica: “Nicolaus Andree de Guardia me fecit A.D. MCCCCXIII” e sul profilo della cornice del piede se ne trova un’altra in maiuscola gotica recante: “Ego Nanus Zampioni et unicus benedictus filius meus Butius donamus istud tabernaculum Ecclesiae S(anctae) M(ariae) de Francavilla quod factum est per manus abbatis Nicolai Rahutii de Guardia Archipresbiteri francavillae ad usum Eucharestie”.

L’Ostensorio, in argento dorato lavorato a sbalzo, cesello e bulino, con smalti traslucidi policromi e champlevés, è alto cm 54 e pesa kg 2,1. È retto da un piedistallo a base ottagonale lobato, finemente decorato a motivi alternati: quattro lobi recano motivi floreali a sbalzo e quattro hanno fiori in argento su fondo smaltato blu.

Dal piedistallo si innalza una colonnina tortile con decori di piccole stelle a smalto blu. Al centro un nodo ad otto spicchi finemente lavorato, su cui spicca la fascia centrale con l’iscrizione della data e della firma dell’artista.

Le due calotte che compongono il nodo sono simmetricamente decorate con motivi floreali e smalti: alle estremità un fiore d’argento su smalto blu tra archetti a tutto sesto; in mezzo tre fiori a cinque petali su fondo a smalto verde. Sotto il tempietto, il fusto si smembra a corolla con otto petali, arricchita da sfere argentee smaltate blu e verdi incastonate.

L’edicola è costituita da otto paraste smaltate con decori a rilievo, collegate da finestre a bifora delimitate da colonnine tortili, terminanti con cuspidi recanti piccoli rosoni. Sulle paraste si ergono le figure di otto apostoli, riconoscibili dai propri attributi iconografici, quali custodi del “tempietto”.

All’interno della teca, si trova la Madonna genuflessa, con manto smaltato azzurro e finiture verdi, che regge la lunetta in argento dorato dove viene collocata l’Eucaristia.

Il tabernacolo è chiuso da una cuspide piramidale, sulla cui sommità si erge la figura dell’arcangelo san Michele con la spada sguainata.

Assieme all’Ostensorio, si conserva l’antica custodia in cuoio sulla quale è inciso lo stemma di Francavilla: una trireme a vela con bandiera. Al di sotto si legge l’iscrizione in “vulgata” incisa con caratteri gotici minuscoli: “Terre Francaville”.

Custodia dell'Ostensorio

Opera di Nicola da Guardiagrele, coeva dell’Ostensorio destinata alla sua custodia, realizzata in pelle di cinghiale decorata con motivi floreali ad acanto; si scorge nitidamente lo stemma del comune di Francavilla al Mare: una trireme a vela con bandiera e tre vogatori. Sotto l’araldica si legge l’iscrizione in “vulgata” incisa con caratteri gotici: “Terre Francaville”.

Incensiere del XV secolo

Argento, di scuola sulmontina. È alto cm 26,0. È a forma di tempietto ottagonale con bifore e monofore ad archi su due ordini con copertura cuspidata. La coppa è più recente e porta la scritta: “Don Ioseph De Franchis Archipresbiter Francavilla me fecit”. L’arciprete Don Giuseppe De Franchis fu attivo agli inizi del 1600, pertanto la coppa è postuma.

Testa di San Franco in argento

Opera in argento di scuola napoletana del XVIII sec. È finemente lavorata, le linee del volto sono essenziali ed austere e sono rese in argento lucido in atteggiamento assorto ed estatico. La corta e composta capigliatura unitamente alla fluente barba sono rese in opaco ed incorniciano il volto ispirato del santo.

Braccio reliquiario di San Franco

Del secolo XVIII di scuola napoletana è alto cm 44,0 e si compone di un supporto in rame argentato sorretto da 4 volute che fungono da base di appoggio. L’avambraccio è sempre in rame argentato opaco riproduce la rozzezza del saio, si apre sul davanti a contenere la teca a vetro che ospita la reliquia dell’ulna del santo e si conclude con un elegante polsino in argento vermeil da cui emerge la mano, sempre in involucro d’argento benedicente. È un raffinato cimelio di argenteria napoletana in cui sono leggibili vene, tendini, falangi ed unghie resi molto finemente ed anatomicamente perfetti.

Reliquiario di San Rocco

In argento del secolo XVIII probabilmente di scuola romana è alto cm 44,5 e si articola da un piedistallo a base rotonda del diametro cm 14,5 su cui si stagliano due angioletti affiancati. Dalla base parte un elegante fusto finemente decorato e sul nodo sono collocate due testine di angeli. Due rami a fogliame si innestano nel nodo e si ricongiungono sulla sommità a sorreggere una corona sormontata dalla croce. I due rami incorniciano la teca centrale che ospita la reliquia a vetro.

Busto argenteo di San Franco

Opera di Raimondo Volpe fuso nel luglio 1987, in argento ‘900 su cere allestite dall’argentiere Antonio Barocci di Roma. Si tratta del rifacimento del busto andato distrutto nel dicembre del 1943 con la rovina della Chiesa Matrice. L’opera accoglie la testa (copia dell’originale) con aureola autentica datata 1776 di scuola napoletana. E’ nell’atto di benedire con la mano destra sollevata e protesa in avanti, mentre con la sinistra, trattiene il libro aperto del Vangelo su cui poggia un plastico, sempre in argento, riffigurante l’antica Francavilla. L’opera si caratterizza per dinamicità e ricchezza di panneggio, sia nella tunica che nel mantello. Nella parte posteriore del busto l’abito presenta aggetti profondi che conferiscono particolare dinamicità al panneggio.

Calice Sabellico

Interamente in argento del XVIII secolo di scuola napoletana, con coppa in oro vermeil è alto cm 26, la coppa ha un diametro di 9 cm e la base ha un diametro di cm 15 è opera tarda estremamente decorata. Sulla base sono riportati 3 simboli della passione di Cristo: il volto Santo, la lanterna e il gallo; intorno alla coppa sono raffigurati: la scala e la frusta, il martello e la tenaglia, la fiaccola e la lancia. Testine di angeli si uniscono al ricco decoro dello sbalzo.

Calice De Monte

Argento del XVIII secolo di scuola napoletana elegante e sobrio ripete, negli elementi di supporto le architetture napoletane colte dell’epoca. Misura cm 26,8 di altezza, la coppa ha il diametro di cm 8,5, la base lobata ha il diametro (max) di cm 12,5. Sulla coppa sono riprodotti i seguenti simboli della passione: lancia e spugna, tunica, dadi e tamburo.

Calice in argento

Di scuola napoletana del XVIII secolo è alto cm 27 la coppa ha un diametro di cm 8,5 la base ha un diametro di cm 12 la coppa è in oro vermeil è finemente decorato con eleganti cartigli e motivi floreali che si intrecciano a basso rilievo.

Coppia di calici

Sono in argento scuola napoletana del XVIII secolo il primo è alto 23 cm la coppa ha un diametro di 8,5 alla base il diametro è di 10,5 il secondo è alto 22,5 cm, la coppa ha un diametro di 8,0 cm alla base il diametro è di 10,5 cm. Si tratta certamente di una coppia di calici pensata e realizzata in due momenti diversi per la concelebrazione in quanto pure essendo molto simili si differenziano per la mano dell’artista particolarmente bravo nel primo calice, sono ornati da testine volute e riferimenti eucaristici.

Secchiello

In argento, porta la data del 1674, altezza di cm 10 e il diametro alla base di cm 16 ai due lati due testine di angeli assicurano lo snodo del manico in argento pieno decorato a motivi di perline che si conclude con un anello di sostegno. L’aspersorio interamente in argento è lungo cm 29 e contiene, nella parte terminale, il bulbo traforato da cui fuoriesce l’acqua santa, con un sistema sonoro per richiamare l’attenzione dei fedeli al momento dell’aspersione.

Incensiere e navicella

Opere in argento di scuola napoletana del secolo XVIII: l’incensiere altezza cm 28, il diametro alla base è di cm 8, navicella lunghezza cm 17 altezza cm 8. si tratta di due opere più semplici rispetto all’incensiere sulmontino ma di ottima mano, di sobria e raffinata realizzazione.

Piattino

In argento, datato 1871 di forma ovale con diametro maggiore di cm 22 per cm 17 con elegante cornice di bordura al cui centro è riportato l’araldica del donante con le iniziali “C.N.P.”, sotto si legge: “A divozione del Re.ndo Can/co Nicola Primavera nell’anno 1871”.

Pace

In argento, riferibile al XVIII secolo probabilmente lavoro di oreficeria abruzzese ha una cornice ornata da 4 testine di angeli e sormontata dalla croce, al centro, si staglia la figura del bambino Gesù benedicente.

Ostensorio romano

In argento di scuola napoletana del XVIII secolo. È alto cm 66,5 la base ellissoidale misura cm 19 x cm 14, la sfera ha un diametro di cm 27. Dalla base, che si rastrema verso il nodo richiamando elementi architettonici settecenteschi napoletani, si staglia una sfera dorata raffigurante il sole, la luna, le stelle ed i segni dello zodiaco, quest’ultimi contenuti in una fascia trasversale. Sulla sfera poggia una coppia di angeli che sostengono un cuore fiammeggiante in argento vermeil. Dal cuore si inserisce la parte centrale dell’ostensorio con doppia raggiera, la teca è circondata da tralci, foglie di vite e grappoli dell’uva. In alto l’ostensorio si conclude con tre spighe di grano simmetricamente disposte.

Porticina tabernacolo

In argento, datata 1881 misura alla base cm 22 ed è alto cm 38 nella parte superiore della centina. È stata recuperata durante lo sgombero dalle macerie della Chiesa. Era la porta del tabernacolo sull’altare nella cappella del Santissimo Sacramento. Raffigura San Michele arcangelo nell’atto di sorreggere l’Eucarestia. Presenta una cornice tutt’intorno lavorata a sbalzo. Non è mai stata restaurata.

Croce di San Rocco

In argento, riferibile al XVIII secolo di arte napoletana. Misura nel lato maggiore cm 10 e, in quello minore, cm 8. Sul recto è incisa la crocifissione di Gesù. Il verso è eccezionalmente lavorato a traforo con motivi di raffinata decorazione. Probabilmente era stata ideata per accogliere le reliquie.

Croce di San Franco

La croce pettorale di San Franco con la relativa collana di sostegno sono opere in argento vermeil realizzate dall’orafo Antonio Barocci di Roma 1990. La croce è interamente ricoperta da lapislazzuli e misura, nel lato maggiore, cm 11 e in quello minore cm 8.

Croce processionale

Interamente in argento con medaglioni in argento vermeil. È opera di Gianni Cacchione presidente della Federazione Mondiale degli Argentieri è del 1992. Misura cm 82 di altezza e cm 47,5 di lunghezza. Ripete le linee architettoniche quaroniane leggibili sulla volta della chiesa. Recto: Cristo crocifisso con i 4 evangelisti verso: Cristo pantocratore con gli apostoli Pietro, Paolo, Giuda e Giacomo. Sul nodo: recto: San Franco benedicente, verso: lo stemma della collegiata. Il fondo in argento della croce ripete le venature del legno.

Evangeliario

Opera di Gerardo Sacco realizzato nel 1996 con argento montato su cuoio antico recto Cristo crocifisso su croce a smalti circondato dai simboli dei 4 evangelisti e l’agnello dell’apocalisse. Verso la Madonna in trono con chiaro riferimento al rilievo eseguito da Andrea e Pietro Cascella sulla facciata di Santa Maria Maggiore. La Vergine è circondata dai 4 dottori della Chiesa: Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Cirillo e San Gregorio. In alto si scorge lo stemma della collegiata di Santa Maria Maggiore, in basso è raffigurato San Franco nell’atto di benedire.

Pisside

Argento interamente vermeil secolo XIX di lavorazione francese è alto 24,3 cm la coppa ha un diametro di 10 cm la base ha un diametro di cm 11,5. E’ di semplicissima lavorazione e presenta una elegante decorazione sul coperchio.

Aureola di San Franco del 7 maggio

Argento datato 1804 scuola napoletana. Ha un diametro di cm 39 riproduce, in stile rococò quattro volute a sbalzo collegate con cartigli che formano una cornice centrale da cui divergono i nembi in argento vermeil racchiusi da una elegante cornice circolare di chiusura.

Madonnina

Argento cesellato a basso rilievo è alto 13,5 cm ed è riferibile alla fine del secolo XVI e agli inizi del secolo XVII. Raffigura la Madonna avvolta in manto drappeggiato che stringe nelle braccia il bambino ignudo; nella parte inferiore vi è una testina d’angelo che fa da peduccio.

Croce altare maggiore

Argento ‘900 massiccio, opera di Raimondo Volpe 1989. Misure: altezza cm 138,00 larghezza cm 88,00. Recto: Cristo crocifisso sotto la Deposizione, in alto la Risurrezione, a sinistra Cristo davanti a Pilato a destra l’incontro con la Veronica. Nei 4 medaglioni sono raffigurati i 4 Evangelisti. Verso: Madonna in trono con bambino, ai piedi la: “domitio Virginis” in alto l’assunzione della Vergine, a sinistra l’Annunciazione, a destra la Visitazione. Nei 4 medaglioni sono raffigurati i 4 dottori della Chiesa: San Gregorio, Sant’Agostino, Sant’Ambrogio e San Cirillo. Il nodo che sorregge la croce avvolgendola tutt’intorno, raffigura il patrono San Franco. La croce è arricchita da numerosi lapislazzuli che conchiudono le volute architettoniche decorative dei bracci della croce.